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Tradizione antiche con le mani in pasta

Tradizione antiche con le mani in pasta

Fra le colline della Marmilla, il paese di Siddi, è considerato la casa madre dei malloreddus: gli gnocchetti sardi, chiamati anche maccarrones de xibiru. E propriamente su xibiru (ovvero cestino o setaccio di giunco) fungeva da forma per questo impasto che veniva pressato col il pollice su queste trame per acquistare la sua caratteristica forma allungata e rigata.
Ma a Siddi, territorio abitato da tempi antichissimi come testimoniano le tante presenze nuragiche e pre-nuragiche, si confeziona anche un’altra pasta che solo mani esperte possono preparare: i marraconis fibaus. Questi grossi spaghetti di semola di grano duro e acqua vengono arricciati fra le dita, fino a creare delle matasse somiglianti ad una emme minuscola. Secondo la tradizione vengono conditi con un sugo di galletto ruspante, ma sono ottimi anche con la bottarga e le arselle, abbinati a un sugo di funghi porcini.
Proseguiamo il nostro viaggio, allietati da un paesaggio di colline verdi e campi coltivati, fino a giungere a Morgongiori.
Morgongiori sorge sul versante meridionale del Monte Arci. Tra le aspre pareti rocciose che lo circondano, spicca la scultura naturale chiamata “Testa del guerriero”. I numerosi siti archeologici del territorio e le officine per l’estrazione e la lavorazione dell’ossidiana, testimoniano la presenza dell’uomo nel territorio fin dai tempi più antichi. Anche questa località custodisce il segreto di ricette che affondano le radici in una società legata alla terra e ai suoi cicli: le lorigittas. Tradizionalmente si preparava nel giorno di Ognissanti. La pasta viene divisa in tanti spaghettini finissimi e poi intrecciata con un sapiente lavoro di mani esperte.

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